Fra le tradizioni di Palermo, va senz’altro annoverato l’uso dell’anice per rendere più gradevole e dissetante l’acqua fresca.
Anticamente gli acquaioli giravano per le strade con una piccola cantimplora contenente acqua fredda, con una bottiglietta d’anice e con i bicchieri (gotti). Dal 1860, qualcuno di loro si sistemava invece in un angolo di piazza con un deschetto e la quartara. L’usanza dell’acqua con anice, dunque molto antica, risale secondo alcuni addirittura al periodo degli arabi, dalla cui lingua avrebbe origine la parola Zammù.